domenica 21 maggio 2017

#2 chiacchierata emozionale con Deps

Chiacchierata emozionale di Gianpaolo Buonafede con Daniele De Pascale in arte Deps: Rapper di Napoli


G: Ciao Daniele! Finito il turno di lavoro per oggi?

D: Ancora no purtroppo.. 45 minuti e ricomincio. Never stop

G: Ah pensavo avessi finito. Ammettilo quante ore di studio vuoi pagarti con il prossimo stipendio? (uahah)

D: Eh, non ho il tempo di pensarci che già se ne vanno soldi (ahah) però c'è un bel progettino in serbo quindi penso che ne dedicherò più di qualche ora

G: Penso che questa cosa sia bella sai? Nel senso che forse non avere sempre a disposizione fondi (mettiamola così) per portare avanti la propria musica o arte in generale a volte aiuti. Perché ti fa apprezzare di più il tempo che in questo caso riesci a comprare per praticare la tua arte. Nei tuoi pezzi si sente che c'è dedizione dietro ... È quasi come se si sentisse che vuoi sfruttare al meglio ogni chance di registrare che riesci a guadagnarti ... O sbaglio?

D: Assolutamente, quando hai una certa situazione e lavori no stop ogni minuto che hai per registrare è oro, non lo sprechi. Per questo ci lavoro molto sui pezzi e spesso sono anche un po' lento, voglio che la cosa, nei limiti delle mie capacità, sia perfetta. Ovviamente questo comporta anche il fatto che più passa il tempo più una persona cambia, pensa, matura, si evolve. Quindi ti ritrovi con un pezzo in mano che magari vuoi cambiare radicalmente e questo ti porta a impiegarci ancora più tempo. Tra l'altro ho solo vent'anni e da vero ventenne la mia mente è ancora caotica e di conseguenza "lunatica". Cambio idea molto spesso, o meglio, mi vengono sempre nuove idee in testa su cosa creare

G: Ma questo è normale! Chi ha la passione della scrittura non può fare a meno di cambiare idea. Perché alla fine tutto può far scattare l'idea per una rima, per un verso o anche per un libro intero e questo capita continuamente e non solo a vent'anni. A proposito ... Hai mai pensato di scrivere un libro?

D: Tantissimo, non ti nego che mi piacerebbe un giorno poterlo fare. Ti dirò: ho cominciato la mia scrittura sin da piccolo con dei racconti, scrivevo "storie". Ero davvero molto bravo in Italiano, a scuola, per quel poco che ho frequentato. Quando cominciai ad ascoltare i primi pezzi rap ne ero totalmente preso e innamorato, capii che potevo trasformare questa passione in musica, lì è scattata la scintilla

G: Ah sì? E di cosa parlavano queste "storie"? Comunque non buttarla via l'idea ... Potresti essere un nuovo talento campano senza saperlo ... Escludendo il talento musicale ovviamente ...

D: Ero troppo piccolo (ahah), sarei vago, ma ho ancora qualche idea in testa, che caccerò fuori qualora mi dovesse capitare l'occasione un giorno. Mi piace raccontare più che altro la storia di una persona, quindi creare un personaggio, strutturare la sua storia, il suo passato e raccontarlo. So che ci metterei dentro molto di me, ma al momento è ancora un sogno nel cassetto

G: Se ci pensi ogni personaggio che viene creato porta all'interno della sua storia qualcosa che appartiene allo scrittore. Forse è proprio questo il bello dello scrivere ... Poter inventare qualsiasi tipo di inizio, metamorfosi e perché no finale per quella storia ... Anche per la storia dello scrittore stesso...

D: Si, penso che molto spesso capita che il lieto fine che crea lo scrittore sia quello che sogna lo scrittore stesso. È una buona interpretazione

G: E tu che lieto fine ti aspetti per la tua storia? O meglio ... Che lieto fine vorresti avere per la tua storia?

D: Beh, sotto sotto sono davvero molto ambizioso, quindi direi: una svolta. Senza pensarci due volte. O meglio, il poter stare tranquilli

G: E magari con qualche palco da calcare no? (uahah)

D: Ovviamente (ahah)

G: Signori e signore l'Arena di Verona è orgogliosa di presentarvi: Deeeeeps!!!!! A proposito ... Perché Deps?

D: (ahaha) stanno due motivazioni, una è banalmente derivata dal mio cognome. La seconda è un po' più personale, riguarda la mia famiglia. Deps sono io, non è un personaggio. Non è un'opera di finzione o una maschera con cui nascondersi. La gente mi chiama Deps quasi da prima che cominciassi col rap

G: Ah capito. Quasi come se fosse Daniele la creazione di Deps e non viceversa. Per te è molto importante essere sempre te stesso e far sentire chi sei nelle canzoni. Quindi niente è romanzato nei tuoi brani?

D: Assolutamente nulla. I miei testi sono il riflesso nudo e crudo di come mi sento in quel determinato contesto. Di cosa voglio, cosa odio, cosa amo. Ci sono molti rapper che amano fingersi altre persone, fingersi più duri. È un po' come barare capisci.. parliamo di musica, parliamo di arte. L'arte parla per te, non puoi fingere e, per chi ha occhio, chi finge si sgama. Anche se, i numeri spesso dicono il contrario e fanno più testo di tutto il resto

G: Siamo nell'era di you tube, FB, spotify ecc ... È normale (purtroppo) scontrarsi con i cosiddetti numeri. In fin dei conti noi esseri umani stessi veniamo ogni giorno considerati più numeri che persone ... Il mondo dell'arte non fa eccezione. Però dipende anche dal tipo di arte perché ad esempio al giorno d'oggi si legge molto meno e di conseguenza fare grossi numeri vendendo libri non è molto facile ... Ma forse è sempre stato così anche se non credo. Una curiosità: hai un libro preferito?

D: Ti stupirò, ho tipo tremila libri in casa e non ne ho ancora trovato uno (ahah) Non ho moltissimo tempo per leggere purtroppo, ti confermo però un libro che sarà la mia prossima lettura che voglio fare da troppo, ma non trovo mai tempo: Sun Tzu

G: Come mai questa scelta? Se non erro anche un pezzo di Kiave si chiama così o sbaglio?

D: Esatto. L'arte della guerra. L'arte di vincere una guerra con la filosofia. Direi che è a pennello (ahah)

G: Eh sì!! Direi anche io (uahah). Ci sono così tanti libri che vale la pena leggere che non basterebbe una vita per leggerli tutti. Ripeto che ti ci vedo a scrivere un libro! Ce l'hai una frase che rappresenta in pieno Deps?

D: Ripeto, essendo io molto caotico dipende dal momento. E mettendo me stesso nei pezzi ti dico che ogni frase che scrivo mi rappresenta. Quindi, il 99% (ahah)

G: E una frase che ti piace molto di altri? Non ne hai? O anche in questo caso dipende dal momento? Alla fine tu sei strano sai? Ma in senso buono ... Perché nei pezzi sei molto a fuoco, sei inquadrato, sei preciso mentre poi nella vita sei un caos di influenze artistiche! È un ottima qualità a mio avviso essere un ascoltatore con una certa "incoerenza musicale"! Non ti stanchi mai e trovi sempre spunti nuovi e di conseguenza questo porta sempre un miglioramento no?

D: Assolutamente sì, strano al 100%. Forse un perfezionista, alla fine trovo sempre un difetto nelle cose mie. Penso sempre che può essere meglio. Questo anche porta me ad essere caotico. Quando scrivo sono concentrato, deciso su cosa voglio dire (il più delle volte), ma sempre perché in quel momento mi gira in quel modo (per essere schietti). Cercando di trasformare i pensieri del momento in musica. Per questo ci penso troppo, per non cadere nel banale

G: È normale per i perfezionisti trovare sempre dei difetti in ciò che fanno. Certo bisogna stare attenti perché poi a perfezionare troppo si rischia di peggiorare l'opera (nel tuo caso la canzone) perché c'è anche il rischio di essere carenti in spontaneità. Non è facile saper equilibrare il tutto. Comunque grazie per questa bella chiacchierata perché mi ha permesso di capire di più il tuo approccio alla scrittura, alla musica, all'arte in generale. Alla prossima

D: Grazie a te, ha fatto piacere anche a me. Buona giornata!


Elaborazione grafica di Alessia Santangeletta


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