venerdì 30 giugno 2017

IL TASTO CANCELLA

di Gianpaolo Buonafede

Il blocco note è pieno di te.
Porta il tuo nome
ascolta le tue parole
e racconta quello che senti.
Che poi te sono io
ed io sono te.
Leggo tutti i versi che hai scritto
e forse ti ritrovo.
Ad essere sincero
da quando ci siamo uniti
non ti ho mai veramente persa
ma fa niente
facciamo finta che sia così.
In fondo è bello ritrovarsi
una volta ogni tanto
quando ci vien voglia di amore.

Comunque il blocco note è qui.
È ancora intatto
e c'è abbastanza memoria
per nuove emozioni digitali.
Ho lasciato tutto com'era.
Giusto una spolverata al PC
perché non si sa mai
metti che all'improvviso ritorni
non voglio mica farti arrabbiare di nuovo.
Lo so che non sopporti la polvere.

Ieri notte mi è caduto l'occhio
-forse non l'ho retto abbastanza-
sulla tua prima poesia.
Quella che parla della tua vita
da quando ti sei laureata
a quando sei partita per vedere il mondo.
Infatti è proprio lì
nel mondo
che ci siamo incontrati la prima volta.
L'ho letta con foga di leggerla
e mi ha fatto piangere un poco.
Avrei voluto cancellare tutto
riscriverla da capo
ed aggiungere che mi hai fatto del male.
Quando sei partita hai cambiato finale
e la storia non è più come prima.
Ti amo.
Forse ti amerò sempre
ma vorrei modificare davvero quella prima poesia.

Peccato che il tasto cancella
del computer dei miei ricordi
si sia rotto nel secondo trasloco.

AAA cercasi nuova memoria
magari più ampia
e non di soli trent'anni.
Va bene anche usata
che massimo la formatto.

Fatto.
Di che cosa stavo parlando?

Disegno di Alessia Santangeletta
(matite)


martedì 20 giugno 2017

#8 chiacchierata emozionale con I Pensieri Di Una Pesca

Chiacchierata emozionale con Elisabetta Fonseca in arte I Pensieri Di Una Pesca: Poeta/scrittrice di Taranto


G: Ciao Elisabetta! Come stai? Avrei una piccola curiosità: leggendo il tuo "monologo con una S." mi è venuta in mente una canzone ovvero "mi sono rotto il cazzo" del gruppo Lo Stato Sociale ... Coincidenza o ispirazione?

E: Ciao Gianpaolo, questa mattina un po' a rilento dato che finalmente siamo arrivati al sabato di una lunga settimana e soprattutto di un periodo pieno di impegni. Questo finalmente è il primo weekend di relax! La canzone de Lo Stato Sociale è da sempre per me la colonna sonora di certi periodi, ma non di quel monologo. Non so, sarà per il fatto che quest'anno mi sono dedicata anima e corpo al teatro, ma ho scritto quella cosa di getto e di impulso, mentre camminavo e riflettevo sul termine "speranza" e immaginando di essere da sola sul palcoscenico davanti alla platea. La speranza è una bella cosa, ma a volte è un po' S. È stata la fotografia di un momento ormai lontano

G: Una volta mi son permesso di scrivere che "la speranza è l'ultima a gioire" e forse, dopo ciò che mi hai appena detto, anche l'ultima a far gioire. Però non pensi che sperare aiuti sempre e comunque? Mi spiego ... Quando sei sul palcoscenico che sudi per imparare le battute a memoria o anche solo per interpretare il personaggio che rappresenti in quel momento ... la speranza di arrivare sempre più in alto non ti sprona a dare sempre il meglio di te?

E: Certo, assolutamente. Anzi in certi periodi è la sola cosa che ti fa andare avanti. A volte ti fa cadere, perchè sperare di arrivare sempre più in alto a volte può comportare dei piccoli incidenti di percorso, ma alla fine credo che ognuno di noi abbia sempre dentro di sé quello scrigno magico pieno di oggetti preziosi e magici in grado di conferirti i poteri per rialzarti e andare avanti. Prima quando dicevo "è stata la fotografia di un momento", è proprio perchè sono ritornata a sperare per fortuna. Chi ha imparato a conoscermi sa benissimo quanto sia testarda (ed è forse il complimento più bello che mi possano fare)

G: Sei testarda! Così ... volevo farti un complimento! (uahah)
In realtà devo ammettere che leggendo quello che scrivi forse questa testardaggine si avverte sai? Perché sembra quasi che le tue parole vadano sempre a finire sull'argomento "ricerca di qualcosa" che sia un piacevole amore, un viaggio, una sensazione, una poesia ben riuscita o anche solo un semplice abbraccio però mi chiedo: Quanto c'è di vero e quanto c'è di romanzato in quello che scrivi? I pensieri di una pesca è Elisabetta che scrive di Elisabetta oppure Elisabetta che interpreta momenti di vita di altri che scruta vivendo?

E: Belle domande, molto molto interessanti e su cui forse ci dovremmo sedere al tavolino di un pub e ordinare almeno un paio di birre per affrontare tutti gli argomenti (ahah). Cercherò di riassumere. A 16 anni scoprii un album che mi fece innamorare "In direzione ostinata e contraria" che mi fece innamorare di Faber. In esso sono contenute alcune delle più belle canzoni d'amore che io conosca, ma non è questo il punto. Credo che quella frase, racchiuda un po' il senso di questi miei 28 anni. Ho amato, sognato, vissuto sensazioni e continuerò a farlo perchè è vero non mi fermo mai. Una persona che mi ha amato tanto mi diceva sempre "tu sei una mina vagante" e non potevo non dargli ragione. Le parole mi aiutano a dar senso al mio non essere ferma e viaggiare in direzione ostinata e contraria, solo ovviamente se ne vale davvero la pena. Credo che in quello che scrivo, sul blog o tra le righe delle mie poesie ci sia praticamente tutto di me. Ne sono esempio i titoli che do ai miei componimenti come ad esempio "Il più bel bacio che tu mi abbia mai dato" oppure "Io, te e Genova Piazza Principe" (le stazioni ritornano sempre come fonte di ispirazione!)

G: Sì hai ragione sono argomenti che andrebbero sviluppati in molte ore di conversazione ... ci toccherà chiacchierare per due giorni che sarà mai? (uahah)
Scherzi a parte sai che stai parlando con uno che ha un preciso Artista che reputa il più grande di tutti ed è proprio De Andrè? Quindi capisco benissimo quello che dici e quando ti racconti attraverso le tue poesie, forse non te ne sei accorta, ma involontariamente stai parlando anche di altre migliaia di persone (anche di me) perché racconti la vita. Non importa che sia la tua piuttosto che quello di un altro perché è sempre vita e (per tornare al punto di partenza) finché c'è vita c'è speranza!
A proposito ... perché i pensieri di una pesca?

E: De Andrè è uno di quei punti di riferimento che si impara ad amare forse la prima volta che t'innamori seriamente di qualcuno e poi da li scopri la sua poetica e ti ci puoi solo innamorare a tua volta e farla tua. Io scrivo poesie d'amore e l'amore si sa, seppur in misura e maniera diversa, è qualcosa che ci accomuna e ci fa sentire vivi nel bene e nel male. Io scrivo per me stessa, per "stare a galla" (e dato che anche tu scrivi, lo sai meglio di me!), ma anche per fare un regalo a chi si trova ad essere protagonista delle mie rime sparse. E' un mio modo di comunicare e vivere i sentimenti. Quanto ai pensieri di una pesca, è buffo ma è ispirato sempre a quella persona che mi chiamava "mina vagante". Diceva sempre che io ero come una pesca, dolce e morbida sotto la buccia ma che in realtà nasconde sempre dentro di sé un nocciolo duro che a volte è davvero inaccessibile. E devo dire che mi ritrovo particolarmente in questa immagine

G: Sì è una bella immagine quella della pesca ora che me l'hai spiegata! Per quanto riguarda le tue poesie ho capito il discorso ma per quanto riguarda le poesie di altri? Quali sono i tuoi poeti preferiti? Oltre De Andrè ovviamente ...

E: Pedro Salinas in primis, ma anche Cesare Pavese, Izet Sarajlic, Erri De Luca (in generale come scrittore), anche se ho iniziato con Baudelaire, Majakovskij...insomma i riferimenti son tanti. Ultimamente appezzo molto Catalano che è uscito dai canoni della classica scrittura poetica. Alcuni lo reputano solo un "poeta social" in accezione negativa. Per me invece non c'è nulla di male, anzi. La poesia è lo strumento che meglio si adatta e interpreta ogni momento storico. Altrimenti avrebbe forse Ungaretti scritto "Mattina"???

G: Penso proprio di no. Secondo me la poesia è proprio uno di quei campi in cui le parole (paradossalmente) valgono zero se sono limitate da certi (passami il termine) "stereotipi grammaticali". Catalano ha un modo tutto suo di scrivere, come anche Stefano Benni. Quando ho letto il suo libro "prima o poi l'amore arriva" ricordo che rimasi un momento quasi scioccato nel leggere una bestemmia. Però poi ci ho pensato ed indipendentemente dal fatto che piaccia o non piaccia leggere certe cose penso che quando qualcuno tenta di uscire dai canoni classici merita sempre la possibilità di una lettura. Catalano per me cerca di fare proprio questo: uscire dai canoni pur diventando lui stesso un canone. Perché ora, bisogna ammetterlo, è diventato un punto di riferimento.
Per la cronaca hai citato Ungaretti e pensa che la mia tesina della maturità (quando ripresi gli studi per diplomarmi) era basata tutta su di lui! (uahah)

E: Beh, hai citato un altro mio autore preferito, Benni. Credo che "L'amore passa" sia una delle più belle poesie d'amore contemporaneo che si possano citare  Ecco, ora mi hai fatto anche pensare alla mia tesina di maturità e ad un altro autore che per me è una fonte di ispirazione su racconti e romanzi. Nella mia tesina infatti c'era Calvino per cui nutro un'amore viscerale (soprattutto col suo libro "Gli amori difficili". Hai mai letto il racconto "l'avventura di un'automobilista (1967)"? Credo che sia una delle più belle storie d'amore che siano mai state raccontate. Te lo consiglio! Poi ormai chi mi conosce bene lo sa che cito sempre Italo (mi piace chiamarli per nome come se fossero i miei amici)

G: Fai bene a chiamarli per nome e a considerarli amici tuoi perché in fin dei conti lo sono. La fortuna è che sono quel tipo di amici che sostengono e non di quelli che ci sono solo quando fa comodo a loro.
Il libro no non l'ho letto e ammetto anche una colpa aggiuntiva: Prima quando dicevi che ti considerano una "mina vagante" avrei voluto farti una domanda riguardo il film ... ma non l'ho visto! Pensa che fortuna ... io che sono un grande amante del cinema ... devo parlare con te che citi nella tua pagina quel film ... e non l'ho visto! (uahah)
Toglimi un ultima curiosità: Sei felice? Perché io ti ho scoperta da poco lo sai quindi non ho letto tutto quello che hai scritto ma, per quel che ho letto, sembra quasi che dietro quel velo di malinconia che a volte traspare ci sia anche una grande forza e gioia ... non so se ho interpretato bene o male quello che ho letto ... però ho avuto questa sensazione ...

E: Mine Vaganti è uno dei miei film preferiti che contiene tantissime citazioni che altro non sono che riferimenti a ciò che penso sull'amore. Ecco perchè non perdo occasione per rivederlo e consigliarlo. Mi hai fatto una domanda da premio finale della lotteria. Ci sono momenti in cui lo sono, ad esempio in quest'ultima settimana lo sono stata due volte in due istanti precisi che porterò sempre con me.  Sono arrivata a concepire la felicità non come uno stato di quiete che pervade tutto per un certo periodo, piuttosto come brevi anfratti in cui riesci a far riposare il cuore e la mente e a vivere con un sorriso e col cuore che ti batte alla velocità della luce. La mia scrittura è spesso mossa dalla malinconia, lo ammetto. E qui devo fare un'altra citazione importante ossia quella di Luigi Tenco: "Perché scrivi solo cose tristi?" - "Perché quando sono felice esco". Ecco forse questa frase racchiude il senso di ciò che ho detto prima. Ho scritto anche cose in tanti momenti di felicità e che troverai sicuramente nel libro che sto cercando di pubblicare

G: Lo so che è stata una domanda difficile ... Ma te l'ho fatta proprio perché speravo in una risposta di questo tipo. Per quanto riguarda il tuo libro ti auguro di riuscire a pubblicarlo anche se, lo devo ammettere, non capisco perché siano (quasi tutti) così "apatici" nei confronti della poesia ... Non è che hanno paura che la poesia possa scoprire le loro fragilità? Supposizione ...

E: Non so se sia per questo, anche se penso che la poesia sia uno specchio: riflette ciò che hai dentro di te. Io credo che sia più desiderio di superficialità e cose leggere e si pensa che la poesia (purtroppo come ce la fanno studiare a scuola è così) sia qualcosa di pesante e antiquato, non al passo coi tempi o che abbia un linguaggio troppo difficile da poter essere compreso. Poi purtroppo c'è anche da dire che le ultime statistiche sugli italiani e il loro rapporto con la lettura non sono molto confortanti. Ma qui ritorniamo al discorso che facevamo all'inizio sulla "Speranza": ecco io in questo caso ne ho tanta, e spero ci sia il lieto fine

G: In realtà ... Se consideriamo tutti i post che vengono letti tutti i giorni da tutti quanti ... Che le persone ora leggano poco non è così vero! Semplicemente come dicevi tu si ha voglia di altro ...
Ma il tuo libro di cosa parla esattamente? Cioè ... Confutato che sicuramente (dato quello che mi hai detto prima) parla di te ... Ci sono anche argomenti che vanno oltre i pensieri di una pesca? O prima di raccontare di altro vuoi essere sicura di raccontare bene chi sei tu?

E: Il libro che sto cercando di pubblicare parla d'amore e soprattutto di "ogni raggio d'amore che mi ha attraversato in questi anni" e che ha fatto si che diventassi la donna che sono adesso. Può sembrare una banalissima frase da rivista patinata, trita e ritrita, in realtà racconta di un Elisabetta che c'era e di un  Elisabetta che si sta costruendo. E mi piace raccontare questo viaggio e questo percorso, proprio per quell'effetto specchio che credo abbia la poesia. Se anche una sola persona, si sentirà coinvolta da quello che ho scritto o riuscirà a provare una piccola fitta d'emozione, allora il percorso sarà giunto ad un buon punto (e non terminato). Mi piace condividere parti di me e sono pronta a tutto, soprattutto alle critiche

G: Non penso che sia banale. Come può l'amore essere banale? Mi avessi detto che il libro parla di politica, televisione o che ne so di gossip allora sì che poteva sembrare banale. Ma secondo me un libro che parla d'amore non può essere banale ... al massimo può essere noioso. In ogni caso basandomi su quello che ho letto di tuo fin qui non sembrerebbe il tuo caso quindi, ringraziandoti per questa bella chiacchierata, ti auguro di raggiungere tutti i traguardi che stai inseguendo! Detto questo, visto che sono le 13.40, buon appetito e buona giornata!

E: Se pensassimo un po' più all'amore credo che vivremmo tutti quanti decisamente meglio. Eh si, l'appetito inizia a farsi sentire. Ti ringrazio di questa bella e interessante chiacchierata "emozionale" e anche per il sostegno ai miei progetti futuri!


Elaborazione grafica di Alessia Santangeletta

venerdì 9 giugno 2017

#7 chiacchierata emozionale con Mattia Martulano

Chiacchierata emozionale di Gianpaolo Buonafede con Mattia Martulano: Fotografo bolognese


G: Ciao Mattia! Come te la passi? Stai lavorando a qualche nuovo progetto fotografico?

M: Ciao! Tutto bene grazie. Ho appena concluso un progetto per la realizzazione di un video con l'artista Riccardo Mazzy Masetti occupandomi della parte fotografica e attualmente collaboro con una rivista online che si chiama TUTTOROCK.IT

G: Insomma sei impegnatissimo! Mi fa piacere.
Sai cosa ho notato? Che tu sei diciamo specializzato in foto che riguardano gruppi e artisti in contesti principalmente live ... quasi come se l'arte fotografasse l'arte ... è solo per una questione lavorativa o è proprio una tua passione quella di raccontare, attraverso le foto, l'emozione di un concerto?

M: Intanto ti ringrazio e guarda io vario su tanti campi della fotografia ma per quanto riguarda la fotografia dei live riesco a trovare una valvola di sfogo e trasmettere ciò che provo io e gli artisti attraverso appunto la fotografia live

G: Questa tua ricerca di energia da trasmettere con le foto però non è una passione recente o sbaglio? Da quanto hai la passione per la fotografia?

M: Nono non è recente e la passione è nata nel 2009 quando iniziai a studiarla a scuola e da lì diventò un obiettivo

G: E durante questo percorso fotografico intrapreso nel 2009 c'è stato un momento che ti lasciato un ricordo particolarmente positivo? Uno scatto, un paesaggio, un concerto?

M: Un momento importante di questo percorso è stato il raggiungimento di alcuni obiettivi che mi ero prefissato: Il primo riuscire a fare delle mostre fotografiche presentando appunto i miei scatti e ciò che ho provato durante essi e il secondo, non meno importante, riuscire appunto ad entrare in una rivista online come TUTTOROCK che mi ha dato davvero tante occasioni di fotografare live sia gruppi underground ma con successo e sia gruppi molto più conosciuti nell'ambito dei concerti

G: In pratica uno scatto fatto per pura passione ti ha portato a fare di questa passione un lavoro. Pensi che in qualche modo la commercializzazione (passami il termine) delle tue foto possa in qualche modo influire sulla spontaneità di quest'ultimo?

M: Ma guarda io più che un lavoro la vedo come una passione e il semplice essere riuscito a mostrare le mie foto per me è già una vittoria

G: Penso che sia lo spirito giusto! La prossima mostra fotografica cosa riguarderà?

M: Ancora di preciso non lo so ma volevo puntare molto sulla natura e il paesaggio

G: Quindi uno spunto più classico? Perché non fare una mostra con scatti di gruppi che si esibiscono in luoghi particolari? (uahah)

M: Sì e sì. Magari! Se ne avrò l'occasione, molto volentieri

G: Ma toglimi una curiosità: Come nasce l'idea di una foto? Cioè ... tu cammini per strada, vedi un immagine, pensi che sia interessante e poi?

M: L'idea della foto nasce dal momento in cui vedi qualcosa che a te trasmette una sensazione come bellezza, stupore o amore per quello che fai. Come ad esempio quando fai le foto per strada e vedi gli artisti di strada che con passione mostrano al mondo ciò che sanno fare o essere

G: Quindi è una scintilla? Come quando ti viene in mente una rima, un riff o un dipinto?

M: Esatto proprio così

G: Quali sono i tuoi fotografi preferiti? Quelli che prendi come punto di riferimento?

M: Ma guarda di fotografi preferiti non ne ho nel senso che ognuno alla fine ha il suo stile ed un occhio diverso a livello fotografico.. però ammiro molto Annie Leibovitz la quale ha collaborato per anni con la rivista Rolling Stone

G: E tu? Come definiresti il tuo stile?

M: Mio ma pur sempre semplice e non copiato da altri più importanti

G: Quindi non ti identifichi in nessun genere? Si può dire che sei tutto e niente ... quello che la scintilla ti porta a fotografare in quel momento diventa il tuo stile ... giusto?

M: Esatto. Quello che per me mi da emozione scatto

G: E ti è mai capitato di fare per lavoro una foto che non avresti mai voluto fare?

M: Si forse una volta (ahah)

G: E si può raccontare? (uahah)

M: Meglio di no (ahahah)

G: Ok! (uahah) E invece c'è una foto di altri che avresti voluto scattare tu?

M: Ma onestamente una foto che vorrei fare è una la foto dei gaiser in Islanda

G: Bello! Ti auguro di riuscirci! Grazie per questa bella chiacchierata! Buona fortuna per tutto e alla prossima! Ciao!

M: Ti ringrazio e grazie a te per questa occasione! Alla prossima!


Elaborazione grafica di Alessia Santangeletta